Eduart Munch, Sera sul viale Karl Johan (1892)
La personalità di un individuo si forma nel tempo a partire dalla nascita, e raggiunge una certa stabilità solo nella tarda adolescenza.
Possiamo definirla come l’insieme delle caratteristiche cognitive, emotive e relazionali di un soggetto che configurano il suo particolare modo di essere ed interagire con l’ambiente sociale ed interpersonale.
Possiamo individuare alcuni elementi fondamentali che caratterizzano una personalità sufficientemente sana: una buona conoscenza e accettazione di sé, la capacità di perseguire obiettivi a breve e lungo termine, la capacità di regolazione emotiva e di comprensione delle motivazioni e prospettive altrui, la capacità di instaurare relazioni affettive significative, soddisfacenti e durature.
Può succedere che, per varie e complesse vicende e situazioni legate alla propria storia di vita e al proprio temperamento, una persona si trovi a soffrire nelle relazioni interpersonali.
Questi i principali “sintomi” che indicano una disturbo della personalità : isolamento ed esclusione sociale, sospettosità persistente nei confronti degli altri, ripetute separazioni ed abbandoni sentimentali, difficoltà grave a scegliere e a prendere decisioni importanti riguardanti la propria fase di vita, instabilità emotiva e incapacità a controllare gli impulsi.
Si configura così un quadro di sofferenza importante che va affrontato con un percorso psicoterapeutico centrato sulla comprensione e sul cambiamento degli schemi interpersonali disfunzionali che sono alla base di questa situazione di grave difficoltà relazionale.
Il terapeuta attraverso un atteggiamento di validazione empatica e di genuina curiosità verso l’esperienza di vita del paziente, lo aiuta e lo incoraggia ad “esplorare” i propri stati mentali, dare loro un nome, collegarli al proprio comportamento e ricercarne l’origine nelle interazioni precoci difficili e disfunzionali con le figure di riferimento dell’infanzia e dell’adolescenza.